La prima impressione è quella di “freschezza”. Questo si prova a vedere Damiano Galavotti, giovane ventiduenne della Parrocchia di Cibeno che ci ha regalato la sua presenza all’ultimo incontro di martedì 26/02/19, delle Animatrici Missionarie.
Giustifica subito la sua timidezza dichiarando di non essere un “bravo oratore”, ma il calore dell’accoglienza di tutti, credo gli abbia trasmesso la serenità dovuta e la certezza che cio’ di cui abbiamo bisogno, non sono bravi oratori , ma persone “fresche” , autentiche, come lui, che donano gratuitamente il proprio tempo a servizio delle missioni. La sua testimonianza ci sprona a guardare con speranza al futuro delle vocazioni missionarie. Ringraziamo dunque questo giovane che arricchisce la nostra Diocesi di una vita in piu’, spesa per testimoniare a pieno i valori del Vangelo.
La sua è una famiglia numerosa, un fratello, una sorella, quindici zii e un numero di cugini che rende quasi difficile il ricordarne tutti i nomi! Da qui il desiderio di indipendenza, la necessità di uno spazio fisico ed interiore per cercare la propria strada, la propria avventura per la vita! Nello zaino, due magliette a maniche corte, un paio di scarpe comode, una macchina fotografica e una scorta inesauribile di voglia di mettersi in gioco. Il desiderio è quello di intraprendere un cammino interiore che, come dice lui stesso, lo possa portare a “cambiare in meglio!”. Certo che a pensarci bene, ogni mamma non potrebbe desiderare di meglio per il proprio figlio! Proprio una ricchezza questo ragazzo, per la sua famiglia, per noi, per la Diocesi intera!
Damiano dopo sei mesi di volontariato accanto a Luciano Lanzoni, in Madagascar, sceglie di continuare il suo servizio per altri dodici mesi, questa volta attraverso il servizio civile, supportato dall’organizzazione Reggio Terzo Mondo. Ripartirà per il Madagascar il 14 marzo prossimo.
Le immagini del suo viaggio che ci mostra, attraverso il filmato, partono da Antananarivo, la capitale, passano per Ambositra, Manananjary, Ampasinajeva , fino a Manakara dove Damiano vive e lavora, presso la Fattoria S. Francesco. Proprio un bel paese, ricco di colori vivaci, di paesaggi tanto vari, lussureggiante nella vegetazione , nelle colture, abbondante di acqua dolce e saltata, di speci animali a noi accessibili solo negli zoo, spiagge da sogno, ma, come spesso accade, tutta questa ricchezza e bellezza non è certo nelle mani dei Malgasci! Paese in potenza ricco di risorse, di fatto invece una delle popolazioni piu’ povere dell’Africa. Un litro di latte costa piu’ di uno stipendio medio mensile! La vita media è di sessant’anni, il livello di analfabetismo al 50%. Manca totalmente l’idea di famiglia. I bambini vengono lasciati vagabondare per le strade, per i mercati, a mendicare e a vivere di espedienti, con la mentalità di avere una bocca in meno da sfamare. Per tutto questo c’è tanto lavoro da fare e altrettanti progetti da mettere in piedi.
La settimana “tipo” di Damiano è scandita da diversi progetti diversi da seguire. Primo fra tutti il lavoro alla Fattoria S. Francesco che dista 10 chilometri da Manakara, Damiano li percorre in bicicletta, quasi ogni mattina. La struttura ospita ragazzi dai sedici al ventiquattro anni, tutti con gravi dipendenze di alcol o droghe alle spalle. Qui hanno la possibilità di imparare un mestiere, in particolare tutto ciò che è legato all’agricoltura. L’obiettivo finale è il recupero della persona e il reinserimento lavorativo, quando possibile.
Il lunedì, martedì e giovedì mattina aiuta Luciano Lanzoni con la contabilità, ma confessa che il lavoro di ufficio non gli si addice!
Il mercoledì si adopera per il recupero dei ragazzi di strada. Sono gruppetti di bambini da sette agli undici anni che, avendo litigato con i genitori, escono di casa e si rifugiano a vivere per le strade, tra le bancarelle die mercati, pur di non tornare , comunque indesiderati, tra le mura domestiche. Damiano cerca di capire le varie storie che i ragazzi hanno alle spalle, la loro situazione famigliare e tenta di riavvicinarli alla famiglia. Una volta al mese li porta al mare a pescare.
Ogni venerdì si reca nel carcere, del luogo, duecento posti per gli effettivi settecento carcerati che ospita, a distribuire cibo e generi di prima necessità che non vengono forniti dalla struttura, ma dai parenti, quando sono in grado di farlo.