Quello che non sono stato capace di fare è nella misericordia del Signore.
Se qualcuno pensa di avere ricevuto qualcosa da me in questi anni… ringrazi il Signore, non me.
Da parte mia Lo ringrazio riconoscendo di avere ricevuto molto da voi.
Innanzitutto esempi di fede, di carità, di speranza… in questi ultimi giorni, in particolare, gli esempi di fede nel Signore che molti di voi mi hanno testimoniato, mi hanno aiutato e dato speranza.
E poi esempi di dedizione alla preghiera, di amore alla Chiesa e alla parrocchia, di impegno instancabile nel volontariato…
E vi ringrazio per la pazienza che avete avuto con me, per la comprensione dei miei limiti, la sopportazione della mia pigrizia, delle mie indecisioni…
Qualcuno mi ha salutato e incoraggiato con la frase del salmo 121 ricevuta col bigliettino che abbiamo distribuito il giorno della festa della famiglia:
il Signore veglierà su di te quando esci e quando entri, da ora e per sempre.
Lo voglio credere. Lo credo.
Per me che mi accingo a uscire da questa parrocchia, un po' unica per tanti motivi, avvolgente, coinvolgente, che non dà tregua… ma alla fine ti senti abbracciato e dagli abbracci non ti stacchi mai volentieri.
Per me che mi preparo ad entrare in una parrocchia forse un po' troppo grande e complessa per le mie forze.
Lo credo: è il Signore che veglia.
Lo dico anche a voi: è il Signore che veglia su di noi anche quando i sacerdoti si avvicendano.
Pregate per me e per tutti i sacerdoti. Per questo vi lascio una preghiera per i sacerdoti. Se vorrete recitarla.
Grazie a tutti.
Già vi ho chiesto comprensione e scusa per i miei limiti.
Grazie. Scusa.
Resta una sola parola da dire.
Un poeta libanese del XIXmo secolo ha scritto:
‘Si sa che l’amore ignora sempre la sua profondità fino al giorno degli addii’. Khalil Gibran.
Non lo ignoravo del tutto. Ora lo comprendo più profondamente.